L’importanza dell’abitato lucano di Laos è testimoniata dalla ricchezza della necropoli della città antica, su cui oggi esiste l’abitato di Marcellina, frazione di Santa Maria del Cedro,sorto e sviluppatosi in seguito allo scalo ferroviario che serve i comuni della Bassa Valle del Lao. L’espansione dell’abitato moderno ha determinato il saccheggio della necropoli di cui è stato recuperato ben poco. Le sepolture a cassa di pietra furono scavate nell’area occupata dalla stazione ferroviaria e i pochi corredi recuperati rilevano una sobrietà sia nella quantità degli oggetti che nella loro qualità. La grande tomba a camera, scoperta nell’autunno del 1963 dalla Soprintendenza, può essere considerata un monumento emergente per la ricchezza, la qualità e l’abbondanza del corredo e per la singolarità della doppia deposizione. Come risulta dai corredi, le sepolture si collocano verso il 330-320 avanti Cristo, data di fondazione dell’abitato lucano,avanzando l’ipotesi che la coppia sepolta nella tomba a camera rappresenti la prima generazione degli abitanti della città.
Nella tomba erano sepolti un cavaliere lucano con il suo cavallo e la sua donna; il corredo ricchissimo consiste nell’armatura completa (panoplìa) composta da elmo, corazza con due valve decorate a sbalzo e schinieri di bronzo, una corona d’oro, cinturoni di bronzo, uno dei quali decorato con figure d’argento, lo strigile, la lancia e gli speroni ed una grande quantità di vasi, crateri e oinochai per mescere il vino, sicule, coppe, anfore, hydrai per l’acqua, una serie di vasi per ciprie e profumi per la donna, alcuni vasi decorati a figure rosse, di produzione apula e lucana, altri dipinti in nero ed una defixio, una laminetta di piombo iscritta con una serie di maledizioni che il morto portava con sé nell’oltretomba.
Su di essa si leggono da un lato i nomi maschili e dall’altro quelli femminili di personaggi che dovevano della classe dominante, forse magistrati della città.
Il rituale funerario, cioè la coppia familiare sepolta nella stessa tomba, la presenza del cavallo ed il ricchissimo corredo, ci fanno assegnare il cavaliere ad un’ideologia e una generazione che scompare quindi con la nascita della città.