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Nella parte bassa dell’edificio troviamo vari ambienti destinati alle attività produttive, tra cui la cascata realizzata sfruttando il pendio della roccia in modo da far confluire l’acqua nelle vasche usate per il lavaggio dei prodotti agricoli. Un vano interno era usato come cantina mentre un altro ambiente, con quattro finestre rivolte a sud e con al suolo le tracce di un pozzo forse di origine romana, costituiva uno spazio di transito. La torre di forma circolare era sicuramente una cisterna alimentare coeva alla prima abitazione ed in seguito riadattata a funzione di torre d’avvistamento. Presso il vano adiacente alla torre è visibile la presenza di dieci nicchie sulla parte nord nel lato interno e la presenza di piccole cavità realizzate in muratura e al di sotto delle stesse nicchie.

Gli ambienti al primo piano situati sul lato sud dell’edificio sono costituiti da un vano di modeste dimensioni con alcune buche al suolo scavate nella roccia, parte del sistema di torchiatura delle olive e dell’uva, da un magazzino dove venivano deposti i prodotti dopo la lavorazione e da una specie di corridoio che faceva da collegamento tra i vari ambienti oltre a vano per la conservazione delle merci.

Attraverso il passaggio su una struttura sopraelevata in muratura si accede al secondo piano. L’ingresso appare oggi di modeste dimensioni e il vano situato a destra rispetto al portale di ingresso ci fa pensare ad un ambiente dedito alla ristorazione. I saloni servivano per ospitare il barone e i suoi collaboratori. All’ambiente più vasto e luminoso vi si arriva oltrepassando un arco e sulle pareti vi sono resti di affreschi con decorazioni floreali. La sala è illuminata da quattro finestre con vista sul latifondo e fino al mare. Interessante è la scritta posta da uno degli artisti in una pseudo nicchia, un tal pittore Vincenzo Rossi, forse allievo del maestro Colimodìo. Da questo ambiente si accedeva ad un grande corridoio che collegava tra loro le diverse aule. In un altro ambiente, luogo di transito tra l’ingresso e le camere da letto non più esistenti, ma con funzione anche di ufficio amministrativo-contabile per la contabilità aziendale, si possono ammirare gli affreschi meglio conservati. Le pareti di questo vano dovevano essere nteramente affrescate e dalle tracce che restano sicuramente vi erano due strati differenti di pitture: il primo riguarda la realizzazione di una finta architettura, una specie di portico prospettico, secondo uno stile in voga alla fine del XVI secolo, il secondo strato invece è costituito dai clipei inglobati nelle modanature sulle porte e dai finti tendaggi purpurei, secondo una tipologia tipica del XVII secolo.

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